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TEACCH
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Treatment and Education of Autistic and Related Communication Handicapped Children, University of North Carolina School of Medicine at Chapel Hill
Il programma TEACCH prevede un insegnamento strutturato basato sull’approfondita valutazione dei punti di forza e di debolezza di ciascun bambino e su alcuni principi di carattere generale: l’organizzazione dell’ambiente fisico, la scansione precisa delle attività, la valorizzazione degli ausili visivi e la partecipazione della famiglia al programma di intervento.
L’obiettivo è il potenziamento delle autonomie del soggetto e il suo miglioramento della sua qualità di vita personale, sociale e lavorativa.
I genitori sono considerati la fonte più attendibile di informazioni sul proprio bambino e vengono coinvolti nel programma di trattamento, sia per consentire la generalizzazione delle competenze acquisite sia per garantire una coerenza di approccio in ogni attività di vita del soggetto (Schopler et al., 1980; Schopler, Lansing e Waters, 1983)
Il programma TEACCH, pur utilizzando tecniche comportamentali come il rinforzo, non è di tipo strettamente comportamentale: infatti, piuttosto che forzare il bambino a modificare il comportamento attraverso la ripetitività e il rinforzo positivo o negativo, si preferisce modificare l’ambiente in modo che l’apprendimento sia reso più agevole (Marcus, Schopler e Lord, 2001).
Secondo i sostenitori del modello, adattare l’ambiente alla persona e presentarle progressivamente le difficoltà significa rispettarla nella sua diversità.
Un quadro temporo-spaziale molto strutturato comprensibile e prevedibile costituisce il primo passo per poter impostare un lavoro educativo con il bambino autistico.
L’ambiente di lavoro, organizzato in spazi chiaramente e visivamente delimitati, ognuno con delle funzioni specifiche chiaramente visualizzate, consente al bambino di sapere con precisione ciò che ci si aspetta da lui in ogni luogo e in ogni momento. Il passare del tempo è una nozione difficile da apprendere, perché si appoggia su dati non visibili. Per questo è importante strutturare la giornata attraverso un’organizzazione del tempo che informi in ogni momento il bambino su ciò che sta accadendo, ciò che è accaduto, ciò che accadrà, aumentando in questo modo la prevedibilità e il controllo della situazione e diminuendo l’incertezza, fonte di ansia.
Il coinvolgimento dei genitori, la strutturazione e la prevedibilità dell’ambiente, l’adeguatezza delle richieste, nonché la chiarezza, la concretezza e la stabilità dei messaggi sono, in sintesi, i principi basilari del modello.
tratto da SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2005),
“Linee guida per l’autismo”. Edizioni Erickson
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Denver Model at the University of Colorado Health Sciences Center
Il modello sostenuto da Sally Rogers (Rogers et al., 2001) utilizza strategie che rientrano nell’approccio evolutivo. In particolare viene enfatizzato il ruolo del gioco, inteso come modalità di apprendimento che può promuovere:
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•processi di assimilazione e generalizzazione di una serie di pattern cognitivi, comunicativi e linguistici;
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•potenziamento delle relazioni sociali attraverso l’adulto che si fa promotore di relazioni e facilita quelle tra pari;
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•sviluppo di affetti positivi, che vengano stimolati nel bambino per renderlo più motivato all’interno delle attività psicopedagogiche;
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•sostegno della comunicazione che viene elicitata e potenziata a livello sia verbale che non verbale;
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•sviluppo del pensiero attraverso attività di gioco;
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•ricorso a routine e ambienti strutturati che forniscano una sorta di regolazione esterne.
tratto da SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2005),
“Linee guida per l’autismo”. Edizioni Erickson
L’Early Start Denver Model (ESDM) è stato creato per offrire un intervento precoce, intensivo e globale per bambini già a partire dai 12 mesi di età.
L’obiettivo è quello di attenuare i sintomi dell’autismo e di accelerare lo sviluppo in tutti i domini, particolarmente quello cognitivo, socio-emotivo e linguistico. L’ESDM è un metodo completo di intervento precoce per bambini con autismo di età compresa tra i 12 e i 36 mesi, che può proseguire sino ai 48-60 mesi. Il modello è stato raffinato, adattato ed esteso a una fascia di età più bassa: il primo Modello Denver per bambini con DSA in età prescolare era destinato infatti a bambini di età compresa tra 24 e 60 mesi. L’ESDM utilizza le attuali conoscenze sullo sviluppo tipico del bambino per facilitare l’emergere di una traiettoria di sviluppo simile in bambini molto piccoli che sono a rischio di autismo.
Tratto da S. Rogers e G. Dawson, “Early Start Denver Model. Intervento precoce per l’autismo. Linguaggio, apprendimento e reciprocità sociale” (2010). Omega Edizioni
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Comunicazione Aumentativa Alternativa
Comunicazione Aumentativa e Alternativa (C.A.A.) è il termine usato per descrivere tutte le modalità di comunicazione che possono facilitare e migliorare la comunicazione di tutte le persone che hanno difficoltà ad utilizzare i più comuni canali comunicativi, soprattutto il linguaggio orale e la scrittura.
Si definisce aumentativa perché non sostituisce ma incrementa le possibilità comunicative naturali della persona.
Si definisce alternativa perché utilizza modalità di comunicazione alternative e diverse da quelle tradizionali.
Si tratta di un approccio che tende a creare opportunità di reale comunicazione anche attraverso tecniche, strategie e tecnologie e a coinvolgere la persona che utilizza la C.A.A. e tutto il suo ambiente di vita.
CAA è il termine usato per descrivere le strategie che possono facilitare e migliorare la comunicazione di tutte le persone che hanno difficoltà, temporanee o permanenti, ad utilizzare i più comuni canali comunicativi, soprattutto il linguaggio orale e la scrittura.
L'uso di simboli, fotografie, gesti e ausili informatici serve a fare in modo che la persona sperimenti un modo di comunicare comprensibile a tutti, così da non essere sempre dipendente da familiari o caregivers, i quali spesso devono tradurre i suoi desideri o pensieri.
L'aggettivo "Aumentativa" sta ad indicare come le modalità di comunicazione utilizzate siano tese non a sostituire ma ad accrescere la comunicazione naturale.
Il termine "Alternativa" intende tutto ciò che è alternativo alla parola, cioè codici sostitutivi al sistema alfabetico quali: figure, disegni, fotografie, simboli, etc.
La C.A.A. non è una tecnica, ma un approccio da utilizzare in tutti i momenti e luoghi della vita della persona: la comunicazione infatti deve poter avvenire ogniqualvolta ne sorga la necessità.
SITOGRAFIA:
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Metodo Feuerstein
Il Metodo Feuerstein, nato in Israele nel secondo dopoguerra, è oggi diffuso in 50 paesi e tradotto in 17 lingue. Inizialmente sperimentato per ragazzi con difficoltà di apprendimento, viene oggi utilizzato con successo per sviluppare creatività e flessibilità, per riattivare risorse verso l’apprendimento e verso l’imparare a imparare.
Il metodo –centrato sull’ascolto, sull’attenzione ai saperi individuali e ai diversi stili cognitivi- privilegia la riflessione sui processi mentali (metacognizione) piuttosto che la trasmissione di contenuti.
Con una modalità laboratoriale il lavoro si sviluppa attraverso momenti individuali e collettivi, in continua interazione con il mediatore. La consapevolezza meta cognitiva del proprio modo di apprendere consente all’allievo di trasferire ad altri contesti le abilità possedute o acquisite e avvia all’uso autonomo del pensiero.
Il Feuerstein ha diversi campi di applicazione: scuola, riabilitazione, formazione professionale, educazione degli adulti, formazione aziendale, disabilità cognitiva, disagio giovanile, prevenzione del decadimento cognitivo.